Ogni giorno muoio un po’. Un minuto dopo l’altro, senza traccia tangibile, senza più voglia, senza e basta.
Un pensiero di anni fa, quando niente era e niente c’era. Pensiero troppo vivo e ricco di pericolosi strascichi e forte da riproporsi ogni volta che qualcosa non va.
L’ineluttabilità della fine della vita, chi l’accetta lo fanno Santo, che non l’accetta è uno stronzo come tanti, come me.
Arriva, anche per quelli come me, la terza via: non diventi Santo, ma non muori come uno stronzo.
La mia terza via ha un bellissimo nome e dei bellissimi occhi, non sa ancora stare in piedi, ha la testa che pende sempre da un lato, rigurgita e scoreggia; ma quando sorride mi ricorda che non morirò mai.
Desiderata e voluta come solo il mio primo respiro, condivisa con chi mi ha reso salva la vita e mi da quei sorrisi che ho imparato di nuovo a fare.
Nel tuo sangue l’intelligenza e il buon cuore di tua madre, la curiosità e la sana follia di tuo padre.
Figlia mia, rendimi orgoglioso, te lo dico sapendo già che lo farai, comunque vada, spaccherai e spaccheremo il mondo.