Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

04/12/11 L'ultima stazione del mio treno

Vite facili

Vite facili
Ci sono stati giorni in cui ho detto: “Ci meritiamo tutto.”.

Ci sono stati giorni in cui ho pensato: “La voglio anche io la vita facile.”.

Ci sono stati giorni in cui non ho detto e non ho pensato. Sono stati i giorni della mia vita facile.

I giorni più vuoti dei miei anni.
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01/12/11 L'ultima stazione del mio treno

donne? Donne?

donne? Donne?


[Le donne spiegate dalle Donne. Per la serie due outsider spiegano agli uomini cosa sia una donna. Dialoghi fra Marla Singer e Pina Fantozzi.].

(Hai da accendere?).

“Non fumo, al massimo mi concedo un bicchierino, quando Ugo è fuori o al mercoledì guarda la Coppa.”.

[Espressione sbigottita di Marla, la quale dopo aver trovato un fiammifero, accende la prima sigaretta; ne seguiranno tante altre].

(Io fumo, bevo e se il mio uomo guarda una partita di pallone dorme sulle scale del palazzo).

“Lei è una donna, come dire, un po’ particolare.”.

(Io sono una donna che ha capito come stare al mondo.).

“In che mondo sta lei?”.

(In un mondo in cui quelle come noi brillano di luce propria.).

“Ma siamo così diverse!”.

(Non esiste diversità nel mantenere salda e inalterata la propria posizione nella vita. Esistono dignità e coerenza.).

“E’ così difficile essere Donna!”.

(Brava, hai detto bene, Donna! Cosa vuol dire essere Donna?).

“Una donna è un individuo adulto di sesso femminile della specie umana. Si distingue…”.
(Che cazzo dici? Una quella è una donna, ho detto Donna!).
“La Donna…è la metà di un cielo, di una metà, la fine di una frase e…”.
(…e la striscia di rossetto sulla sua camicia, le cicatrici appena accennate sulla sua schiena e il respiro che manca quando sbattiamo la porta quando li lasciamo soli, gli uomini.).
“Già.”.
(Già, c’è da andarne fiere, vero?).

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28/11/11 L'ultima stazione del mio treno

C’era una volta…

C’era una volta…





[Dialoghi fra il Bianconiglio e Little John , per la serie gli outsider ci spiegano le favole].


(Apri gli occhi).

“Mi da fastidio la luce.”.

(Cammina).
“Ho male alle gambe.”.

(Rimani fermo e chiudi gli occhi).

“Ora si ragiona, magari se mi allunghi una birra è anche meglio.”.

(Siamo personaggi di una favola, lo sai?).

“Non mi sono ancora bevuto il cervello!”.

(Cos’è una favola?).

“Un’evasione.”.

(Bravo, da cosa?).

“Dall’ordinario.”.

(Cos’è l’ordinario?).

“Quello che ti accade ogni giorno.”.

(La vita reale, a questo punto, sembrerebbe l’ordinario.).

“Sembrerebbe…”.

(Perchè, hai qualche dubbio?).

“C’è chi dice che l’ordinario sia uno straordinario con poca voglia di farsi fotografare.”.

(Tipo un VIP.).

“Eh, tipo uno di quelli lì. Uno di quelli che avrebbe la  funzione di essere modello di vita e consuma la propria esistenza senza saper parlare, senza essere portatore di messaggi e magari scofanandosi cocaina fra le cosce di una baldracca.”.

(Lievemente acido oggi, eh John?).

“Il mondo mi sconforta e io rispondo come posso.”.

(Quindi, riepilogando: l’ordinario sappiamo cos’è, le favole, pure, ma lo straordinario, cosa sarà mai?).

“Lo straordinario sono le lacrime dopo che hai detto ‘Sì’ alla domanda più importante.”.

(Stai diventando un rammollito?).

“Lo sai solo quando lo vedi. Se non lo vedi non puoi capire. Se non lo vedi è una favola o un qualcosa di ordinario.”.

(Se non lo vedi sei Alice nel paese delle meraviglie oppure uno stronzo come tanti in un paese di merda).
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23/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Guardaci bene

Guardaci bene
Quando corri, ti dimeni, recuperi terreno, ne perdi, ne recuperi di nuovo, sorpassi i tuoi avversari, ti fai superare per studiarne la strategia: quando sei in gara con la vita.

Quando sei in gara per la tua vita.

Guarda bene, là in fondo, sì, proprio là, il traguardo.

Guardaci bene, non è mai più vicino, più lontano.

Guardaci bene il tuo traguardo non si è mai mosso.
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20/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Fondi di bicchiere

Fondi di bicchiere
Ci sono molti modi per cercare e pochi modi per trovare. 

C’è chi beve per dimenticare, ogni volta, in un locale se cerchi, lo trovi: il personaggio con gomito appoggiato sul tavolo, bicchiere accanto e scimmie che saltano sul tavolo a dargli tormento.

Ha due bicchieri: uno lo svuota, uno lo riempie.

Vino, birra, rum, vodka. Il mio preferito è il calvados. Mi apre ipolmoniilcuorelostomacolintestino.

Il secondo si riempie di rompicapo risolti e te lo bevi a fine serata, solo se sei stato bravo.

“Se ti mostrassi un bicchiere colmo per metà, mi diresti che è mezzo pieno o mezzo vuoto?”.

“Ti direi che è di vetro e il vetro si rompe.”.

Chi ha il bicchiere ancora intero, mezzo pieno, mezzo vuoto, vuoto, pieno; faccia lui, chi ha ancora il suo bicchiere, quindi, può trovare il suo viso riflesso sul fondo e salutarsi come meglio può.
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17/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Perchè?

Perchè?
Perchè ci sono stati giorni in cui sono morto di paura. 

Perchè l’ho capito subito.

Perchè c’è sempre ascolto.

Perchè c’è sensibilità e intelligenza.

Perchè non c’è divisione, ma unica entità.

Perchè sono ancora vivo.

Perchè sono rinato.

Perchè sì.

Perchè non è un sogno, ma è realtà.

Perchè ho visto oltre, solo dopo che mi è stato insegnato come farlo.

Perchè non ho mai smesso di imparare, ma soprattutto perchè c’è chi mi ha insegnato di più di quello che pensavo di voler conoscere.

Perchè è tutto bello anche quando mi tremano le gambe.

Perchè non ci credevo più.

Perchè un giorno sarò padre.

Perchè è tutto nuovo, ma è come un tatuaggio sulla pelle di una mia vita precedente.

Perchè ero malato, lo sapevano tutti, ma c’è chi mi ha curato.

Perchè ti ho incontrata e non ti lascio più.
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15/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Se una porta è chiusa non è detto serva una chiave per aprirla

Se una porta è chiusa non è detto serva una chiave per aprirla


Quando pensi di aver vinto: è l’esatto  momento in cui la tua sconfitta arriverà.

Quando pensi di essere pieno di alternative: è l’esatto momento in cui qualcuno ti dirà “O dentro, o fuori!”.

Quando pensi che il mondo ti sorrida: raccogli i tuoi denti dal marciapiede, ti hanno spaccato la faccia.

Quando pensi che tutti sono utili e nessuno è indispensabile: sei appena tornato nell’ombra dalla quale sei nato.

Non si scappa da dove si è nati. 

Sia la tua origine luce o ombra. 

Torna a casa. Si sta meglio lì, da dovunque tu venga.
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13/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Il punto che voleva essere infinito, ma rimane un punto.

Il punto che voleva essere infinito, ma rimane un punto.
I cerchi sono perfetti. Li traccia un compasso o la mano divina di Giotto.

Non possono cambiare forma, infiniti punti ai quali un punto dimenticato non può essere aggiunto.

I cerchi possono anche essere “quadrati”.

Ma il punto dimenticato?

E’ dimenticato e basta.

La storia di ciò che poteva essere infinito ma è rimasto unico.
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11/11/11 L'ultima stazione del mio treno

11.11.10 – 11.11.11

11.11.10 – 11.11.11
Un anno. In questo anno il treno ha fatto molta strada, ha girato il mondo ha raccolto storie e ne ha raccontate. Ha ascoltato voci che non conosceva e ha sputato nel piatto dove mangiava. Ha amato, odiato, conosciuto e dimenticato. La prima stazione di questo treno è stata l’idea di raccontare, di parlare con chiunque avesse voglia di ascoltare. Il treno sa anche ascoltare e vorrebbe raccogliere ancora più storie. Tante donne e ragazze, uomini e ragazzi, sono saliti e scesi dalle scale del treno. Vagoni di emozioni. Vagoni di tutto quello che la vita può dare. C’è molta strada da fare. Tutto sembra così grande e noi sempre piccoli. 

Un mio amico dice: “Se sai da dove parti e come parti, sai già che arriverai.”.

Noi, partiamo, come sempre, dalla nostra prima stazione, vestiti di sogni col cuore in mano. Come il primo giorno della nostra vita.
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10/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Fix the future

Fix the future

L’idea di futuro non è un bene di consumo.
L’idea di futuro è già futuro.
Anche se non la conosci.
Anche se non sai quando comincerai a pensarci.
Siamo nati con mille possibili scenari. 
Saperlo è come aver già vissuto.
Realizzare i propri progetti è come vivere una vita per ogni idea che diventa azione.
Se non ricordi i tuoi sogni, scrivili.
Tutto il resto è bene di consumo, appunto.

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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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