La musica mi parla in Rue Marché-aux-herbes. Le note di una vecchia canzone francese, suonata da un gruppo di stanchi zingari.
Seduto al centro di un uragano di lingue e parole.
La blogger danese alla mia sinistra mi chiede se ho una sigaretta.
Di fronte a me quattro spagnoli bevono caffè annacquati.
Alla mia destra alcuni operai sistemano il pavé della piazza.
Tutto intorno: musica, lavoro, voci, universo.
Rumori.
In realtà, è silenzio, se confrontato col fragore che emana la sedia alla mia sinistra, vuota, vuota.