Se oggi avessi un figlio gli regalerei un biglietto aereo. Lo abbraccerei forte. Gli preparerei una valigia e gli direi di andarsene da questo paese. Lo farei col cuore in lacrime, ma lo farei.
Cosa metterei nella valigia? E’ quasi come chiedere a una persona cosa porterebbe con sè nella classica isola deserta.
Un maglione pesante. Un libro per sorridere (Chi è morto alzi la mano, di Fred Vargas), uno per piangere (N.P., di Banana Yoshimoto), uno per riflettere e conoscere da dove veniamo (69, di Cinzia Bomoll). Un pacchetto di sigarette. Una bottiglia di rosso. Una scatola di dignità e una di orgoglio.
Per il resto: “Figlio mio innamorati e difendi le tue conquiste, tutti proveranno a portarti via la felicità, non permetterglielo.”.
Capirà, vivrà felice.