Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

September 16, 2024 at 8:14 pm

L’amore, di notte.

L’amore, di notte.
“Oh! dolci baci, o languide carezze, 
mentr’io fremente 
le belle forme disciogliea dai veli!”.
L’inimitabile Tosca di Puccini. Una lettera d’amore mai finita. 

Uno dei tanti amori mai cresciuti.

Amore: un sentimento che si apre e si chiude, come un cerchio. 

Nella sua circonferenza l’arcobaleno del bene e del male.

Ogni giorno gli amanti guardano il sole sorgere e, speranzosi, attendono il colore della loro giornata. Il colore del loro amore.

Gli occhi di due amanti fissi sul sole, fino al tramonto, rosso di passioni sane e malsane. La notte silente testimone di amori sporchi, puliti, goffi, esperti.

Di notte l’arcobaleno non si mostra, cercando altri orizzonti per farsi osservare. La notte lascia liberi gli amanti, di consumarsi, come una candela per poi riaccendersi alla prima luce del sole.

La notte libera l’amore, senza arcobaleni, senza regole. 

L’alternativa è l’oblio, il sempre uguale, il cerchio. Forse, se non ci si può amare di notte è meglio perdersi.

“Svanì per sempre il sogno mio d’amore… 
l’ora è fuggita, 
e muoio disperato!”. 
0 likes L'ultima stazione del mio treno
Share: / / /

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>