Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

November 24, 2024 at 5:23 am

Zerovirgolatrentanove

Zerovirgolatrentanove
“Non credete che il sorriso non esista, le vite sono avvelenate, ma presto glielo daremo nel culo.”.

Lo pensavo un giorno salendo le scale che mi portano a casa, dove la mia vita è cambiata già una volta e stava per cambiare, ancora.

Lei, seduta a gambe incrociate sul divano, lei, immensamente lei, come sempre; d’altronde.

Larisatalelacrimelasuavoce. Strozzate, urlate, avvolgenti: un tornado che mi ha preso e portato via fino a riportarmi dove è il mio posto. Accanto a lei, accanto a loro due.

Zerovirgolatrentanovecentimetri. 0,39 cm. Trentanove millimetri: voluti, cercati, immensi come l’urlo di chi si è liberato, belli come il primo bacio, sorridenti come quando abbiamo detto “Sì!”, intelligenti come quando ci siamo confrontati e siamo cresciuti, pieni di responsabilità che sa di lei e pieni di creatività che sa di me.

In sintesi: speriamo che sia femmina, ma se sarà maschio sarà bello da impazzire ugualmente.

Rendici orgoglioso chiunque tu sia, comunque tu vorrai essere, dovunque vorrai andare.

Se vorrai strappare un sorriso e dare gioia a tua madre ricordati di studiare, di essere eccellente a scuola, fa dell’educazione e della solidarietà il tuo motore, ama gli altri come amerai la tua persona, che la sincerità scorra nelle tue vene come sangue puro, non dimenticare mai di sorridere e, soprattutto parla, condividi e racconta.

Se vorrai strappare un sorriso e dare gioia a tuo padre ricordati di non piegarti mai, non darla vinta a nessuno, fa del coraggio e delle idee il tuo motore, non risparmiarti mai, vivi come se fossi un eroe o una eroina, sii sempre punto di riferimento e cadi, cadi mille volte e ci sarà sempre qualcuno che ti raccoglierà, fa di questa frase di Samuel Beckett la tua guida: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio.”.

Comunque vada sarà l’esplosione di felicità più grande che proverò, che proveremo. Comunque vada, la divido con voi, amici, confidenti e con tutte le voci nel silenzio che non sanno parlare ma alle quali già sono grato per avere diviso questa piccola parte di felicità.

Zerovirgolatrentanove in numeri, infinito nelle parole, l’unico linguaggio che conosco.
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