Una luce nella notte lungo il serpente nero che ci scorre sotto la vita. Un autogrill lungo una delle autostrade trafficate, piene di buche, poco illuminate e tanto altro, che attraversiamo periodicamente nei nostri giorni.
A volte durante i tragitti si è stanchi, ci si ferma, ci si ristora e si riparte, come se nulla fosse. Prostituzione alimentare mi verrebbe di chiamarla. Ci sono persone che sono automobilisti e alcuni stronzi che fanno gli autogrill, non è un gioco di ruolo: è la vita. Autostoppisti emozionali e puttane alimentari che devastano gli scaffali imbanditi con prodotti di scarsa qualità. Si badi però: la motivazione della scarsa qualità e del suo crollo negli anni è la considerazione che l’uomo/donna autogrill ha maturato e sta maturando nei riguardi dell’autostoppista emozionale o della puttana alimentare di turno.
Una volta che la merda di cui sopra si sia ristorata, lavata, abbia pisciato e cagato, l’autogrill riceve il suo modesto compenso e l’avventore se ne esce, così senza apprezzare e farsi apprezzare.
La merda riprende il suo viaggio.
L’autogrill è fermo, attendendo il prossimo carico di merde.
La merda può cadere dal viadotto, l’autogrill, almeno, sta fermo dov’è.