Goethe molto semplicemente affermò che “L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza. Non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati.”. Io non sono Goethe, sottoscrivo questa affermazione, ma faccio di più. L’ingrato è vile, è subdolo, ha la memoria corta e la lingua troppo lunga. Urgerebbe girare con forbici in tasca, certe lingue andrebbero ricondotte al letamaio che è la bocca del proprio possessore.