L’odore non è quello della notte, non è puro, le narici sono piene anche di quella sensazione fresca e umida di un temporale che abbia da poco finito di lavare l’asfalto secco arroventato dai primi caldi estivi. Le strade sono silenziose, vuote, sembrano più grandi.
Il colpevole sarà la prima persona che uscirà trafelata da un atrio di un palazzo, dalla propria auto, dalla propria tana. La colpa di chi rompe la campana di cristallo della vita sospesa fra la frenesia e la capacità di saper respirare ancora.