Oggi parliamo con grande piacere con Fabio Mundadori, bolognese, classe 1966. Ha all’attivo tre romanzi, “Io sono Dorian Dum” e “Occhi viola”, entrambi editi Ego edizioni, “Dove scorre il male” è il suo terzo lavoro edito Damster. Numerosi i suoi racconti pubblicati in varie antologie.
Chi è Fabio Mundadori?
Innanzi tutto grazie per lo spazio che mi dedichi, quanto alla domanda che ne dici se mi faccio presentare da un mio personaggio?
Mundadori sta sulla sedia dietro al tavolo di metallo, la lampada puntata al volto gli permette d’intravedere appena la sagoma del poliziotto di fronte a lui che in piedi sfoglia un dossier
– Fabio Mondadori! Per questo le permettono di scrivere: è un raccomandato.
– Mundadori, con la U.
– Le chiedo scusa se mi sono permesso.
– Ma le pare! Passo metà del mio tempo a correggere chi sbaglia il mio cognome.
– Ovviamente non mi stavo scusando davvero.
– Non avevo dubbi, potrebbe togliermi dalla faccia questa lampada?
– Nemmeno a parlarne, che razza d’interrogatorio sarebbe.
– Di cosa sono accusato?
– Di esistere.
– Ah!
– Vediamo che dice qui: ah perbacco è un informatico.
– Non esattamente: violento server.
– Non si allarghi troppo: problemi di linea vedo che ne ha già a sufficienza.
– Se lo faccia dire: è proprio una sagoma. Sì, comunque mi occupo di sicurezza informatica.
– Sicurezza? Lei? Siamo in una botte di ferro!
– Ma è sicuro di essere un poliziotto e non un cabarettista?
– Per lei sono il commissario Sammarchi.
– Ora mi è chiaro perché se ne sta lì buio, pantaloni arancio o gialli oggi?
– Non si permetta! Non è colpa mia se…
– Lo so, lo so: una moglie dal sonno leggero.
– Sa troppe cose.
– Secondo lei come mai?
– Le domande le faccio io. Forza, cos’è questa storia del morbo di Asimov che ha contratto nell’infanzia.
– Nulla di contagioso.
– Non le ho chiesto questo.
– È un gioco di parole ovviamente: da Isaac Asimov compianto scrittore, di fantascienza ma non solo. Ho amato ogni suo romanzo o racconto, spero un giorno di poter acquisire un decimo della sua padronanza nel raccontare.
– Una missione impossibile.
– Ha qualcuno che le scrive le battute o è così al naturale?
– Dovrebbe saperlo.
– Questo interrogatorio è contro la legge!
– Qui la legge sono io.
– Spettacolare questa frase, vorrei averla scritta io!
Il tuo ultimo romanzo è Dove scrorre il male edito Damster. In questo nuovo lavoro torna il Commissario Sammarchi. Ci regali una storia intensa che si svolge anche tra le macerie di un quartiere, il Q24 e parallelamente a un processo nel quale il protagonista è tra i testimoni. Ci racconti come hai costruito questo lavoro?
L’idea di base è nata quando Alemanno allora sindaco della capitale, in un discorso disse che l’intero quartiere di Tor Bella Monaca andava raso al suolo e ricostruito (era intorno al 2010). Quella frase si agganciò immediatamente a un’idea che avevo in mente da tempo nata a propria volta da un metodo utilizzato in un certo ambito industriale (che non dirò qual è) e che mi sembrava funzionare perfettamente per raccontare una storia di corruzione e malaffare.
Ho dovuto solo inserirci Sammarchi e qualche personaggio convincente, il resto si può leggere nelle pagine del libro.
In questo romanzo davvero avvincente, che non ci concede tregua con i suoi capitoli brevi e affilati, si notano l’amarezza di Sammarchi e la perfetta coesistenza di personaggi senza scrupoli con altri che paiono criminali improvvisati. Vedi dei paralleli con la situazione italiana attuale?
Se ti riferisci alla situazione specifica che riguarda Roma, in effetti sì anche se come ho accennato nella domanda precedente ho pensato questa storia molto molto tempo prima di Mafia capitale ma alla fine credo che scrivere di giallo e soprattutto di noir, sia un modo efficace di raccontare la vita nei suoi tratti essenziali.
Non che le giornate di ognuno siano attraversate da crimini e fatti di sangue, ma se ci pensi la vita quotidiana è la somma delle soluzioni che trovi per i piccoli o i grandi problemi che trovi sulla tua strada. Per questo il giallo è così affascinante perché mette i lettori in modo semplice e diretto davanti a un enigma spingendoli a misurarsi con chi dall’interno della storia deve risolverlo.
Come dice il mio amico e giallista Enrico Luceri, anche dietro i delitti più efferati ci sono delle motivazioni tutto sommato semplici, che vanno ricercate nel passato: denaro, amore, invidia, rancore. La vita insomma.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho terminato un altro romanzo, un thriller con un commissario che non è Sammarchi, il perché lo scoprirete spero presto. Prima c’è in uscita un racconto con Sammarchi in un antologia davvero prestigiosa, sul finire dell’inverno ne saprete di più. In corso di scrittura c’è il terzo “Sammarchi” e un progetto a quattro mani che procede da tempo ed è ormai in dirittura di arrivo.
(Foto di Cinzia Volpe)