La mano è salda, la mente è forte, l’occhio vede lontano. Il resto è solo la velocità del piombo, l’esplosione del fuoco e la precisione del mio strumento. Dall’altra parte della collina i rumori, gli odori, i colori, che parlano di morte, di un corpo che cade. Le morti necessarie. Un giorno sarà necessaria anche la mia, oggi non lo è, lo penso e lo ripenso, mentre con rapidità smonto il mio SAKO e torno nell’ombra della quale mi nutro, nella quale abito, ventre molle e matrigno che mi ha sputato fuori alla luce del sole malato che tenta, invano, di riportarci alla luce.