Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

14/10/13 L'ultima stazione del mio treno

Man for a day

Man for a day
Sul tuo viso domande scomode che saranno lette solo da chi avrà una risposta da darti, per il resto? Per il resto sei pallido, sbiadito, sei un numero da contare. Se sei solo domande? Sei divinità in prova in corpo da uomo, fatti coraggio, la vita è breve.

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02/10/13 L'ultima stazione del mio treno

Trust! It’s the better way to get fucked!

Trust! It’s the better way to get fucked!


La lingua italiana o, per chi preferisce, Wikipedia, definisce così il concetto di “fiducia”: sentimento di attesa ottimistica verso qualcosa o qualcuno. 

Oggi, nei palazzi della democrazia, un governo (la lettera “g” è volutamente minuscola, non c’è refuso, né ignoranza) ha incassato la suddetta “fiducia”.
Ripercorriamo insieme, quindi, il concetto di “fiducia”, leggete bene, cosa significa il termine: sentimento di attesa ottimistica verso qualcosa o qualcuno. 
Quello cui abbiamo assistito oggi, nei mesi scorsi e al quale assisteremo nei mesi venturi, è forse un “sentimento”?
C’è dell’ottimismo?
No!
Cosa c’è? A cosa abbiamo assistito e a cosa assisteremo?
C’è che ne abbiamo pieno lo scroto o le ovaie (sono così serafico che oggi non compio nemmeno discriminazioni di genere, sesso o razza) di questi stipendiati, prezzolati, plurivenduti, voltagabbana, che siedono su quegli scranni di legno antico. Anzi, no. Mi sono espresso con tempo verbale erroneo, l’espressione più attinente dovrebbe essere questa: c’è che ne dovremmo avere pieno il blablabla…
Il condizionale è d’obbligo in un paese di facce da culo come il nostro. L’Italia si compone di cittadini così dementi che, nonostante stiano assistendo al depauperamento di ogni forma di patrimonio nazionale, personale and so on, si accalcano a ciarlare ai bar, ai semafori ecc. e nulla fanno se non litigare et poi incensare i partiti tradizionali (andandoli a votare nel segreto di quella latrina che è la cabina elettorale), insultando chiunque porti novità e non si associ poi alla diarrea collettiva.
A cosa abbiamo assistito e a cosa assisteremo? Alla definitiva conclusione della nostra sovranità nazionale e alla vendita di quell’ultimo briciolo di dignità che ci era rimasto. Immagine metaforica: l’uomo anziano rovinato dal gioco e dalla follia che va a vendersi gli ultimi ori della defunta moglie per sputtanarli ad una videolottery. Ridete, ridete. Coglioni.
Chi non ha riso ma si sta massaggiando il mento, preoccupato, merita il mio plauso e merita, tra l’altro, un consiglio: se mai si votasse a breve, vota per una vera rivoluzione, in caso contrario armi, bagagli e via da qui.
Io? Di me, oggi, non parlo, faccio fatica mentre prendo la valigia dall’armadio a parlare.

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10/09/13 L'ultima stazione del mio treno

Autogrill emozionale

Autogrill emozionale

Una luce nella notte lungo il serpente nero che ci scorre sotto la vita. Un autogrill lungo una delle autostrade trafficate, piene di buche, poco illuminate e tanto altro, che attraversiamo periodicamente nei nostri giorni. 
A volte durante i tragitti si è stanchi, ci si ferma, ci si ristora e si riparte, come se nulla fosse. Prostituzione alimentare mi verrebbe di chiamarla. Ci sono persone che sono automobilisti e alcuni stronzi che fanno gli autogrill, non è un gioco di ruolo: è la vita. Autostoppisti emozionali e puttane alimentari che devastano gli scaffali imbanditi con prodotti di scarsa qualità. Si badi però: la motivazione della scarsa qualità e del suo crollo negli anni è la considerazione che l’uomo/donna autogrill ha maturato e sta maturando nei riguardi dell’autostoppista emozionale o della puttana alimentare di turno. 
Una volta che la merda di cui sopra si sia ristorata, lavata, abbia pisciato e cagato, l’autogrill riceve il suo modesto compenso e l’avventore se ne esce, così senza apprezzare e farsi apprezzare. 
La merda riprende il suo viaggio. 
L’autogrill è fermo, attendendo il prossimo carico di merde. 
La merda può cadere dal viadotto, l’autogrill, almeno, sta fermo dov’è.

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07/08/13 L'ultima stazione del mio treno

Anche no

Anche no
Siamo liberi? Anche no.

Siamo forse colmi di speranza? Anche no.

Ci aiutano a realizzare i nostri sogni? Anche no.

Cambierà mai qualcosa?


























Se non ci alziamo da sedie, divani, poltrone e alziamo la voce…


ANCHE NO!

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23/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Blog del: dire fare baciare testamento e tanti cazzi.

Blog del: dire fare baciare testamento e tanti cazzi.
Questo è il Blog “del fare”! Questo Blog e chi ci scrive paga le tasse, lavora senza rompere troppo i coglioni a nessuno, non è omofobico, non compra jet supersonici, ha un ottimo sistema previdenziale, non ha debiti, genera reddito, non ha carichi né penali, né civili pendenti, si prende cura dei propri genitori e dei propri figli, non ruba, non ha legami oscuri, vota secondo coscienza e passione. 

Il Governo “del fare”, non fa, ruba, inganna, affama i propri padri e ruba il futuro ai propri figli. Il nostro Paese, la parte che ha una coscienza civile, urla e soffre, si batte con l’ultimo residuo di forza per dare un futuro a chi lo merita, al sangue del proprio sangue. Chi ci governa si impegna nel promuovere quattro decreti che abbiano cassa di risonanza (ma a nulla servono nel concreto) si dibatte e si affanna a rimandare ciò che davvero importa rimpallando la colpa fra l’uno e l’altro componente di questa moderna Armata Brancaleone. Il Paese deve avere orecchie, deve capire e comprendere che siamo ad un passo dalla fine. Io quel passo non lo voglio fare. Volete delle risposte da me? Delle proposte? C’è chi mi ha detto “Smettila di protestare e dire cazzate e ‘sali’ in politica!”. Io della politica non me ne curo, quando sarò morto e tutti quelli come me lo saranno, potrete tornare a fare politica, per ora date delle risposte voi che avete il potere. 

Non saprete farlo? Cadrete con noi.
A noi sarà lieve la terra.
A voi? 






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23/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Ngà! (An echoic way to say daddy)‏

Ngà! (An echoic way to say daddy)‏

Ogni giorno muoio un po’. Un minuto dopo l’altro, senza traccia tangibile, senza più voglia, senza e basta.
Un pensiero di anni fa, quando niente era e niente c’era. Pensiero troppo vivo e ricco di pericolosi strascichi e forte da riproporsi ogni volta che qualcosa non va.
L’ineluttabilità della fine della vita, chi l’accetta lo fanno Santo, che non l’accetta è uno stronzo come tanti, come me.
Arriva, anche per quelli come me, la terza via: non diventi Santo, ma non muori come uno stronzo.
La mia terza via ha un bellissimo nome e dei bellissimi occhi, non sa ancora stare in piedi, ha la testa che pende sempre da un lato, rigurgita e scoreggia; ma quando sorride mi ricorda che non morirò mai. 
Desiderata e voluta come solo il mio primo respiro, condivisa con chi mi ha reso salva la vita e mi da quei sorrisi che ho imparato di nuovo a fare.
Nel tuo sangue l’intelligenza e il buon cuore di tua madre, la curiosità e la sana follia di tuo padre. 
Figlia mia, rendimi orgoglioso, te lo dico sapendo già che lo farai, comunque vada, spaccherai e spaccheremo il mondo.

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10/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Girls

Girls


Che rumore fa uno zigomo quando si rompe? Che rumore fa un amore quando stride? Che rumore fa un passo verso l’incubo? 
Di che colore è l’amore che si ammala?
Che odore ha una donna che non denuncia?
Il rumore è quello di un urlo, il colore è il blu profondo che solo un livido può avere e l’odore è quello della paura, che solo chi davvero ne ha avuta può descrivere.
Un “uomo” e una Donna. Due mani attorno al collo, così strette, così strette, così strette, che forse un giorno avranno potuto amare. Così strette da amare da morire.
Non è “femminicidio”, non è col neologismo, non è con una “task force”, non è con un cazzo di queste cose, che si ferma tutto questo. E’ con la cultura del vivere civile, con la dignità, con l’essere un popolo evoluto, esseri umani degni di questo nome. Tutto ciò che noi non saremo, forse, mai. Tutto il resto è propaganda, pettegolezzo e “cartaculismo”.

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04/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Traingate

Traingate
Ore 7.00 mi sveglio, apro gli occhi, capisco dove sono.
Ore 7.01 bacio a mia moglie e alla bambina.
Ore 7.05 cambio pannolini, doccia.
Ore 7.25 cerco di vestirmi in modo guardabile.
Ore 7.35 colazione: caffèbiscottiyogurtcereali.
Ore 7.45 saluti e baci alla famiglia.
Ore 8.00 – 16.30 ufficiopausapranzoufficio.
Ore 16.45 rientro a casa.
Ore 17 – 19 attività familiari, affetto, coccole, scrittura et altri cazzi.
Ore 19.30 se non sono stato così bravo da farlo prima si prepara la cena.
Ore 20.00 cena con insulti al telegiornale.
Ore 20.45 si sparecchia e si pulisce da bravi e diligenti individui quali siamo.
Ore 21.00 film dalla videoteca privata di casa nostra, la televisione pubblica e men che meno quella privata offrono un cazzo di niente.
Ore 23.30 a nanna.

Ma questo c’è chi lo sapeva già, vero? O vi mancano altri dati, altre informazioni? L’indirizzo, deduco, lo sappiate, suonate il campanello ore pasti. Grazie.

Thank you Mr. President, Thank you Mr. Obama. Yes, we…bcam!

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18/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Senza volto

Senza volto
Si dice che chi abbia coraggio ci metta la faccia. Gesto nobile, ne convengo. Noi tutti così lo consideriamo, da stupidi, quali siamo, poichè sappiamo alla perfezione che, dietro quelle facce, non c’è nulla. Dove risiede il coraggio, dunque, nel mettere una faccia vuota?

Riflettiamo insieme.

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15/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Umanità

Umanità
Alberto Moravia un giorno disse: “La storia dell’umanità non è che un lungo sbadiglio di noia.”.

Credo che il mondo stia dormendo, abbiamo sublimato gli sbadigli, abbiamo sublimato il sonno. 

L’umanità è l’inutile coma prima di liberare un letto nel reparto rianimazione.

Spero molti di voi credano, come me, nella reincarnazione. Better luck next time.

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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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