Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

18/11/12 L'ultima stazione del mio treno

Tre anni di viaggio

Tre anni di viaggio
Il treno corre. Da tre anni.

Il treno corre. 

Nella nebbia, nella merda, sotto la pioggia, nella neve, sotto il sole.

Voi eroi che vi siete saliti e ancora viaggiate e che non scenderete.
Uomini, donne. Tre anni di viaggio insieme, da quelle prime righe, da quel primo grido che ha squarciato un pomeriggio inutile come troppi altri. 

Ho ancora voce. Abbiamo voce. Forza. Coraggio. 

Il futuro è nostro. Basta saperlo, urlarlo.

Basta prendercelo, il futuro. Tutti insieme.

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15/11/12 L'ultima stazione del mio treno

Il mercato della paura

Il mercato della paura
In ogni città, paese, frazione, c’è il giorno del mercato.

Vi offrono di tutto, dalle stoffe pregiate al prodotto cinese della peggior risma.

Vendono anche la paura.

C’è perfino qualche coglione che se la compra, magari attratto dal prezzo pensa perfino di aver fatto un affare. 

Sei uno di questi?

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04/11/12 L'ultima stazione del mio treno

Zerovirgolatrentanove

Zerovirgolatrentanove
“Non credete che il sorriso non esista, le vite sono avvelenate, ma presto glielo daremo nel culo.”.

Lo pensavo un giorno salendo le scale che mi portano a casa, dove la mia vita è cambiata già una volta e stava per cambiare, ancora.

Lei, seduta a gambe incrociate sul divano, lei, immensamente lei, come sempre; d’altronde.

Larisatalelacrimelasuavoce. Strozzate, urlate, avvolgenti: un tornado che mi ha preso e portato via fino a riportarmi dove è il mio posto. Accanto a lei, accanto a loro due.

Zerovirgolatrentanovecentimetri. 0,39 cm. Trentanove millimetri: voluti, cercati, immensi come l’urlo di chi si è liberato, belli come il primo bacio, sorridenti come quando abbiamo detto “Sì!”, intelligenti come quando ci siamo confrontati e siamo cresciuti, pieni di responsabilità che sa di lei e pieni di creatività che sa di me.

In sintesi: speriamo che sia femmina, ma se sarà maschio sarà bello da impazzire ugualmente.

Rendici orgoglioso chiunque tu sia, comunque tu vorrai essere, dovunque vorrai andare.

Se vorrai strappare un sorriso e dare gioia a tua madre ricordati di studiare, di essere eccellente a scuola, fa dell’educazione e della solidarietà il tuo motore, ama gli altri come amerai la tua persona, che la sincerità scorra nelle tue vene come sangue puro, non dimenticare mai di sorridere e, soprattutto parla, condividi e racconta.

Se vorrai strappare un sorriso e dare gioia a tuo padre ricordati di non piegarti mai, non darla vinta a nessuno, fa del coraggio e delle idee il tuo motore, non risparmiarti mai, vivi come se fossi un eroe o una eroina, sii sempre punto di riferimento e cadi, cadi mille volte e ci sarà sempre qualcuno che ti raccoglierà, fa di questa frase di Samuel Beckett la tua guida: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio.”.

Comunque vada sarà l’esplosione di felicità più grande che proverò, che proveremo. Comunque vada, la divido con voi, amici, confidenti e con tutte le voci nel silenzio che non sanno parlare ma alle quali già sono grato per avere diviso questa piccola parte di felicità.

Zerovirgolatrentanove in numeri, infinito nelle parole, l’unico linguaggio che conosco.
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28/10/12 L'ultima stazione del mio treno

Concime

Concime

Oggi parto dal vocabolario, si faccia attenzione in particolar modo, al punto due e al punto tre. Grazie.


civiltà
[ci-vil-tà] s.f. inv.
1 Insieme delle forme economiche, sociali, politiche, culturali specifiche di un popolo in una data epoca: c. babilonese, greca, romana.
2 Forma elevata di organizzazione sociale raggiunta grazie a un adeguato sviluppo di conoscenze materiali e intellettuali SIN progresso: grado di c. di un popolo.

3 estens. Educazione, rispetto per gli altri SIN urbanità, garbo:comportarsi con c.

Mi girano i coglioni indi non ci giro troppo attorno.
Parto dal presupposto che la “civiltà” di cui al punto due sia una robazza sulla quale abbiamo ampiamente vomitato anni fa. Continuo con la certezza che la “civiltà” di cui al punto tre sia degna di pochi. Persevero affermando che la “civiltà” di cui al punto uno suppongo si sia estinta al termine dell’Impero Romano d’Occidente, poichè economia, socialità, politica e cultura non respirano nella stessa stanza da qualche secolo.

Concludo (avevo detto sarei stato breve dato il frullammento dei miei cosiddetti) citando un inglese, uno scrittore degno della mia stima, Cyril Connolly: “La civiltà di un’epoca diventa il concime della successiva.”.

Vista l’ora volete una traduzione?

Speriamo, almeno, di essere buona merda.
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18/10/12 L'ultima stazione del mio treno

Sociology 2.0

Sociology 2.0
L’abuso del tempo altrui è uno scempio.

Non mi interessa. Oggi, come altre volte, abuso di voi.

Come se fossi un pesce che nuota in un mare di guano, stanco cercherei acque limpide, da essere umano nuoto in un mare di mediocrità, stanco cercherei e pretenderei situazioni sociologicamente migliori. 

Alla fine mi accontenterò. 

O di un drink in più o di un’epidemia di vaiolo. 

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13/10/12 L'ultima stazione del mio treno

Andiamo o restiamo?

Andiamo o restiamo?
Se sei quello che scappa fai scoppiare tutto e non lasciarti nulla dietro.

Se sei quello che resta, ricordati che non è sempre il filo rosso, quello che ti salva il culo.

Scappare, restare. 

La grande domanda, col vento fra i capelli, lo sguardo le futuro: “Andiamo o restiamo?”.

Io sono qui. Mai vi dirò se sono andato o rimasto. E voi? Avete provato a vedere se il filo era quello rosso o siete quelli che hanno messo le bombe?

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21/09/12 L'ultima stazione del mio treno

Wedding thoughts

Wedding thoughts

Uno scrittore inglese degno della mia stima, Gilbert Keith Chesterton, affermò: “Il matrimonio è un duello all’ultimo sangue che nessun uomo d’onore dovrebbe declinare.”.


Dal canto mio non sono mai fuggito dinnanzi a nulla, pulito o sporco. 

E detesto perdere.
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18/09/12 L'ultima stazione del mio treno

Dreams for sale

Dreams for sale
C’è chi se li spara in vena, chi se li vende, chi li coltiva, chi li perde, chi li compra, chi se li dimentica, chi non sa nemmeno di averne.

C’è chi li ruba.

Una mandria di colpevoli.

Chi li realizza?

Chi li realizza li realizza e basta, i sogni,  chi li racconta ad un bancone di un bar appartiene alle prime tre righe e chi li ruba non sa che farsene.

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17/09/12 L'ultima stazione del mio treno

F.T.M.

F.T.M.
La vita è come la pioggia.

Ti bagna.

L’amore è il tuo ombrello.

Corrici dietro se il vento te lo porta via.

Ora vorrete sapere cosa sia il vento, cosa voglia dire F.T.M.: quanta fretta.

Il vento è il rumore di fondo della vita che ci distrae, F.T.M.? Se siete F.T.M. sapete che vuole dire fuori tempo massimo, se non lo sapevate, siete persone per bene.
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26/08/12 L'ultima stazione del mio treno

Effetto domino

Effetto domino
La tua strada può non essere facile.

Corri verso di lei.

Tutto quello che ti lasci alle spalle? Beh, lo conosci l’effetto domino?

Qualcuno rimetterà a posto. Non te ne curare.

Hai la tua strada. Cammina.

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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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