Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

03/07/12 L'ultima stazione del mio treno

Il futuro a colori

Il futuro a colori
[Allegro confronto fra un bislacco scrittore al capolinea e una vecchia amica.]
“Il nostro futuro è una fotografia a colori del nostro presente in bianco e nero.”.
“Chapeau.”.
“Tradotto in un’idea geniale, magari?”.
“Parla del passato. Siamo una generazione col presente devastato e il futuro incrostato.”.
“Potrebbe essere una buona soluzione, se non fosse che il passato è scomodo soprattutto se non coinvolge solo te.”.
“Buttala sul romantico: il passato è il sorriso di un vecchio amore di gioventù.”.
“Che palle.”.
“Allora mettila così: il passato era quella che ti sbattevi alle superiori, va meglio.”.
“Si, è più rustico.”.
“Voilà, le mot just.”.
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28/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Inchiostro rosso

Inchiostro rosso
Inchiostro delle mie brame dimmi chi è il più bravo del reame.

Sai di libertà, ma puzzi di condanna e di coltellata a tradimento.
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25/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Piove?

Piove?
Non piove.

Si sorride.

Piove non si dimentica.

Dimenticati che piove e corri per la strada.

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16/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Corse nel deserto

Corse nel deserto
Corri.

Più ne hai più darai.

Corri.

L’effetto velocità ti fa perdere di vista il paesaggio.

Corri, corri, corri.

Più corri meno raccogli.

Maratoneta nella desertificazione, sabbia fra le mani e fiato corto.

Nel deserto ci sono anche le oasi. A volte.

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12/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Centimetri rubati

Centimetri rubati

Se si arrendono quelli accanto a te hai più spazio per correre.

Se molli tu è finito il gioco.

Non lasciare un centimetro, il tuo mondo difendilo tutto o portatelo all’inferno.

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10/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Chi cerca trova

Chi cerca trova

Dove c’era nebbia oggi c’è il sole.

Dove c’era confusione c’è ordine.

Dove non c’ero io mi ci hai portato.

Chi cerca trova.

Se qualcuno prova a rovinare un tramonto, sbatti i pugni sul tavolo e mandalo a letto senza cena.

Come in quel famoso proverbio: “Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe.”.

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07/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Madri

Madri
La madre degli stronzi è sempre incinta.

La madre delle belle anime usa troppi preservativi.

La madre di chi è triste picchia i propri figli.

La madre di chi ha felice li ha cresciuti sorridendo.

La madre dell’intelligenza è in menopausa.

La madre del dolore ha sempre parti plurigemellari.

La madre dei miei figli non dovrà mai dimenticare di sorridere, almeno lei, io lo faccio troppo spesso. 

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04/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Sogni e caramelle

Sogni e caramelle
Ci sono regole da seguire per tutto.

Sono come cravatte troppo strette o jeans di una taglia in meno rispetto alla nostra.

Su un muro una volta ho visto una scritta: “Non accettare sogni dagli sconosciuti!”.

Per i sogni come per le caramelle ascolta la mamma: nulla dagli sconosciuti.

Mangia e sogna solo quello che conosci. O quello che non ti fa troppo schifo.
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01/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Il nome dei ricordi

Il nome dei ricordi
Il sorriso di ogni giorno.

Lo sforzo che fai per essere felice.

Il nome di ricordi che non sapevi di avere e desideri che non credevi di poter esprimere.

La felicità porta il tuo nome, aiutala a nascere. E’ più facile che fare un figlio, non si deve essere per forza in due.
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30/05/12 L'ultima stazione del mio treno

Cena avvelenata

Cena avvelenata
Questa sera, in un anonimo Palazzo romano, disperati per cena.

Governo, nomenklatura, alti prelati e chi più ne ha più ne metta.

Disperati arrosto.

La gente soffre.

Loro mangiano.

Tu crepi.

Loro s’indignano se il popolo bue alza la voce.

Io scrivo e altri (meglio) e come me.

A cosa servirà?

Magari gli andrà di traverso la cena.
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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