Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

15/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Concetti inutili

Concetti inutili
Del mio, non me ne curo.

Verso il tuo non provo interesse.

E’ un concetto?

E’ tangibile?

E’ uno specchietto per allodole?

Se ci credi, lo scoprirai pezzo dopo pezzo della strada della tua vita.

Se te ne freghi, semplicemente, non ti cambia nulla.

E’ tutto un gioco di prospettive. Sta a ognuno di noi capire quali.
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14/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Parole

Parole
Vi ci siete riempiti la bocca.

Ci avete giocato, senza saperne il significato.

Le avete usate per conquistare, per tradire, per ogni vostro desiderio.

Parole, parole, parole, soltanto parole, cantava Mina.

Le parole coi sordi sono come le fotografie per un cieco: può godere di tutti i sensi a parte quello che davvero potrebbe fargli capire cosa abbia di fronte.

Le parole nella bocca sono come bombe inesplose: un giorno ci faranno perdere la faccia.
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10/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Confine

Confine
La linea di confine fra quello che vorresti, quello che vuoi e quello che puoi avere è tutta nella convinzione in cui risponderai “Sì” a una domanda che aspettavi da una vita.

Tutto il resto è rumore di fondo, quel fastidioso ronzio dietro il sipario della tua vita.
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08/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Paura

Paura
La puoi vedere allo specchio, riflessa nei tuoi occhi.

La puoi conoscere. La puoi rifiutare. Odiare. Cercare.

Ma…

Di che colore è la paura?
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05/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Scrittori

Scrittori
Diamoci delle risposte.

Siamo scrittori: giovani, innamorati, illusi, disillusi, bravi, imbrattacarte, sognatori, pragmatici, idioti, alcolizzati, tabagisti, distaccati dalla realtà, viviamo sulla nostra nuvola, pronti a raccontare quello che vediamo, senza filtri, censura, remore o stupidi clichè.

Siamo scrittori: testardi, decisi, volenterosi, pieni di idee.

Siamo scrittori e lo saremo fino all’ultimo respiro.

Siamo scrittori, non carne da cannone.
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04/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Il primo capello bianco

Il primo capello bianco
Sarebbe dovuto arrivare, prima o poi.

Ti guardi allo specchio per una vita.

Una mattina, lo vedi.

Il primo capello bianco della tua vita.

Contravvieni alle tue regole e ti accendi una sigaretta in bagno.

Fai l’elenco delle mine antiuomo sul tuo corpo: oggi ne aggiungi una.

E’ la vita che cresce, che passa, che incide solchi, che ti ricorda che va avanti e che un giorno finirà.

La mia ricomincia anche oggi, con i colpi di tosse, i polmoni che cercano aria, il corpo che non sempre risponde al controllo, la testa, quella me la sono fottuta anni fa.

Anche oggi respiro. Col mio primo capello bianco.
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03/05/11 L'ultima stazione del mio treno

L’inconsueto

L’inconsueto
L’alone del “solito” schiantato dalla seduzione dell’inconsueto.

Inconsuete persone, in inconsueti luoghi possono incontrarsi, conoscersi e regalarsi spicchi di cielo mentre attorno a loro è un inferno d’acqua e fulmini. 

Quello che posso raccontarvi, avendo conosciuto cielo dove altri avrebbero trovato rovina, è che si può anche vendere l’anima, ma se non si sa guardare oltre la propria immagine riflessa non si incontreranno mai altre metà del cielo.
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02/05/11 L'ultima stazione del mio treno

Passi lenti

Passi lenti
Spesso, è come quando si è bambini.

C’è chi impara presto a camminare.

C’è chi impara prima a parlare.

C’è anche chi sembra non averne voglia.

Io non camminavo. 

Parlavo tutto il giorno.

Dicono che camminare sia un modo per raggiungere dei luoghi.

Dicono che parlare sia un modo per rovinarsi la vita.

Certa gente non avrebbe mai dovuto imparare a parlare.
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30/04/11 L'ultima stazione del mio treno

Buio oltre la città

Buio oltre la città
Ci sono molte forme di paura.

Ci sono molte forme di curiosità, di interesse, disinteresse, amore-odio-passione-ilarità-irriverenza-e-tutto-il-resto-che-vi-pare.

Conoscere il contorno esatto della gamma dei sentimenti umani non fa di noi degli uomini, ma delle enciclopedie. 

Ci sarà sempre qualcuno che proverà a convincerci ad adottare un determinato stile di vita: perchè è “quello giusto”, perchè “tu chissà che vita fai, guarda come ti sei ridotto”. Grilli parlanti. Puttane della comunicazione. Fotocopie ingiallite di vite degli altri travestite da buoni propositi per un domani migliore.

Idioti senza domande, ma pieni di risposte.

Architetti di castelli di carta.

Cosa ve ne fate delle luci della città se oltre la metropoli ci sono solo buio, freddo e paura?
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23/04/11 L'ultima stazione del mio treno

Metà

Metà
Le metà. Imperfette.

Di norma: una sana e una infestata da vermi.

Un giorno un saggio disse: “I vermi hanno buon gusto, scelgono la frutta migliore.”.

Io dico, e non sono un saggio, che i vermi hanno solo fame, fottutamente fame e si mangiano quello che capita.

Gli interi, le metà: tutto.


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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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