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24/02/14 L'ultima stazione del mio treno

(S)Fughe

(S)Fughe
C’è sempre qualcosa che mi sfugge in chi fugge e rifugge. 

Sarà che è una vita in fuga, o una vita che fuggo.

Vi rifuggo.

Che(s)fuga la vita.
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05/02/14 L'ultima stazione del mio treno

Warm bodies

Warm bodies
Decine di corpi che si muovono, si spingono, si strusciano. Gente che respira addosso ad altra gente. Gente che profuma troppo. Gente che puzza. Fumo. Asfissia culturale e annegamento con superalcolico da supermercato.

Chi non balla non piglia pesci. 

Chi non balla o ha la grazia di un comodino dell’Ikea e allora non compie movimenti astrusi, lo si ringrazi, oppure non vuole muoversi, vuole solo osservare.

Chi osserva è lì per fare un safari, caccia grossa, prende la mira e spara. 

Warm bodies on the floor ready to eat.
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30/01/14 L'ultima stazione del mio treno

Fear on sale

Fear on sale

Si ciancia di pericolo per la Democrazia, si ciancia di Fascismo, si ciancia, si ciancia.
Chi ciancia non sa. Chi non sa non cianci.
Quando il diavolo si sveglia non fa rumore.
Volete davvero conoscere la paura?
Non avete che da chiederla.

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21/01/14 L'ultima stazione del mio treno

Forgotten (Quel che è dimenticato e il bianco del foglio bianco)

Forgotten (Quel che è dimenticato e il bianco del foglio bianco)
Ci si dimentica di tutto.

Ci si dimentica da dove si viene, dove si va, cosa si fa, cosa si è, cosa si vuole.

Quando è tutto finito è da quel dimenticarsi che si ripartirà. Da quel che resta. 

Dal foglio bianco.

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20/01/14 L'ultima stazione del mio treno

Italiani

Italiani

(Chi mi conosce, sa che sono un provocatore, indi si prega di non rompere le palle)
Siamo un paese che non gioisce dei successi del proprio cinema.

Siamo un paese che permette ad un imbecille di contrattare una legge elettorale assieme ad un pregiudicato.

Siamo un paese che lascia due fanti di marina a morire in un paese del terzo mondo.

Siamo un paese che si vanta e vanagloria di successi passati e che ora naviga nella merda.

Siamo un paese che è al cinquantasettesimo posto al mondo per libertà di informazione, dopo Botswana e Niger.

Siamo un paese che è all’ottantaseiesimo posto al mondo per libertà economica, dopo Kuwait, Azerbaijan, Samoa e Kirghizistan.

Siamo un paese che è al quarantatreesimo posto al mondo per felicità, dopo Trinitad & Tobago, Cipro, Thailandia e Suriname.

Siamo un paese che si parla addosso e non conclude un cazzo.

Siamo un paese che soffre in silenzio.

Siamo un paese che urla e nessuno se lo caga.

Siamo un paese che piange e nessuna madre ci consola.

Siamo un paese in cui solo una esigua minoranza combatte con proiettili di carta contro corazzate invincibili, il resto della baracca s’adegua e cambia casacca.

Siamo un paese che cerca scorciatoie inutili e dannose.

Siamo un paese che rivergina puttane e stupra indifesi.

Siamo un paese che, pur di mantenere l’orticello integro di quei poveri stronzi, che non si accorgono che ci stanno avvelenando la vita, abdica e vende il futuro dei figli per trenta denari come quel porco di Giuda.

Siamo un paese che, purtroppo, non ha finito di vivere.

Siamo un paese che critica chi prova a cambiare.

Siamo un paese che fa cagare.

Siamo italiani.

Siete italiani. 

Io non sono più nulla.

Sono io, con le mie idee, il mio coraggio, la mia verità e la mia voglia di vender cara la pelle. 

Restituite le carte d’identità ai comuni, le tessere elettorali. E’ una proposta. 

Non vi va? Tant’è.

Siamo italiani.

(La provocazione termina qui, contento di rimanere inascoltato, con la coscienza pulita d’avervelo urlato. I trenta denari li ho, per ognuno di voi.)

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13/01/14 L'ultima stazione del mio treno

La Grande Bellezza e gli italianidimmerda

La Grande Bellezza e gli italianidimmerda

Il popolo italiano, nella sua grande maggioranza, si accalca a vedere Checco Zalone, De Sica, Boldi, e in generale filmetti risibili atti a conservare il becerume nazionale.
Il popolo italiano, nella sua grande maggioranza, continua a votare i soliti stronzi, poi lamentandosi che i politici rubano, ci tolgono futuro, rubano le prospettive dei figli e chi più ne ha più ci caghi in questo calderone.
Il popolo italiano, nella sua grande maggioranza, cerca scorciatoie, evade tasse, tariffe, cerca escamotage (tra l’altro non sapendo il significato del termine, ignorando la lingua francese, come ogni altra lingua straniera), poi il suddetto popolo si lamenta per la carenza e la scarsa qualità dei servizi offerti dalla propria nazione, sì, con la minuscola, come sempre.
Il popolo italiano nel giorno del trionfo del proprio bel cinema, si accalca a commentare sui social network, sui blog dei giornali, cianciando idiozie sull’irrispettosità del tal regista nel dipingere l’Italia come un paese (si sempre con questa cazzo di minuscola) decadente, privo di nerbo, che si culla sul suo bel passato.
Il tal regista è un Signore, ha dipinto con colori suadenti, dolci e un po’ amari un cadavere che si trascina, mentre ricorda aneddoti dei tempi andati. Il tal regista ha fatto una carezza a un lebbroso. Carezza dolce, di chi ha occhio sensibile e delicato, di chi ha mente aperta e da Maestro della sua arte.
Il tal regista ha raccontato La Grande Bellezza e gli italianidimmerda non hanno capito.

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31/12/13 L'ultima stazione del mio treno

2014

Senza immagini, senza idee, senza noia, senza e basta. Non vi auguro un cazzo se non di riconoscervi allo specchio domattina.

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27/12/13 L'ultima stazione del mio treno

Anythig’ to declare in your suitcase, Sir?

Anythig’ to declare in your suitcase, Sir?
(La genialità proiettata nel domani, in pillola di una riga, spiegata a chiunque, genio o imbecille).

Il futuro è la valigia che ti porti dietro.

(La soluzione, mica vorrete pure quella?!)

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26/12/13 L'ultima stazione del mio treno

Il giorno dopo

Il giorno dopo
Ieri avete mangiato, avete scartato regali, fatto auguri a chiunque. 

Che bontà.

Oggi? Siete seduti nell’angolo della doccia a lavarvi di dosso l’ipocrisia.

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21/12/13 News

Dreamin’ vicious

Ciao a tutti!

Buone notizie, ho firmato un contratto editoriale con Edizioni Kolibris per la pubblicazione di Dreamin’ vicious. Nei prossimi giorni qualche dettaglio in più. Nel frattempo strangozzatevi di pandori e panettoni.

Buon Natale.
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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