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23/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Ngà! (An echoic way to say daddy)‏

Ngà! (An echoic way to say daddy)‏

Ogni giorno muoio un po’. Un minuto dopo l’altro, senza traccia tangibile, senza più voglia, senza e basta.
Un pensiero di anni fa, quando niente era e niente c’era. Pensiero troppo vivo e ricco di pericolosi strascichi e forte da riproporsi ogni volta che qualcosa non va.
L’ineluttabilità della fine della vita, chi l’accetta lo fanno Santo, che non l’accetta è uno stronzo come tanti, come me.
Arriva, anche per quelli come me, la terza via: non diventi Santo, ma non muori come uno stronzo.
La mia terza via ha un bellissimo nome e dei bellissimi occhi, non sa ancora stare in piedi, ha la testa che pende sempre da un lato, rigurgita e scoreggia; ma quando sorride mi ricorda che non morirò mai. 
Desiderata e voluta come solo il mio primo respiro, condivisa con chi mi ha reso salva la vita e mi da quei sorrisi che ho imparato di nuovo a fare.
Nel tuo sangue l’intelligenza e il buon cuore di tua madre, la curiosità e la sana follia di tuo padre. 
Figlia mia, rendimi orgoglioso, te lo dico sapendo già che lo farai, comunque vada, spaccherai e spaccheremo il mondo.

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10/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Girls

Girls


Che rumore fa uno zigomo quando si rompe? Che rumore fa un amore quando stride? Che rumore fa un passo verso l’incubo? 
Di che colore è l’amore che si ammala?
Che odore ha una donna che non denuncia?
Il rumore è quello di un urlo, il colore è il blu profondo che solo un livido può avere e l’odore è quello della paura, che solo chi davvero ne ha avuta può descrivere.
Un “uomo” e una Donna. Due mani attorno al collo, così strette, così strette, così strette, che forse un giorno avranno potuto amare. Così strette da amare da morire.
Non è “femminicidio”, non è col neologismo, non è con una “task force”, non è con un cazzo di queste cose, che si ferma tutto questo. E’ con la cultura del vivere civile, con la dignità, con l’essere un popolo evoluto, esseri umani degni di questo nome. Tutto ciò che noi non saremo, forse, mai. Tutto il resto è propaganda, pettegolezzo e “cartaculismo”.

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04/07/13 L'ultima stazione del mio treno

Traingate

Traingate
Ore 7.00 mi sveglio, apro gli occhi, capisco dove sono.
Ore 7.01 bacio a mia moglie e alla bambina.
Ore 7.05 cambio pannolini, doccia.
Ore 7.25 cerco di vestirmi in modo guardabile.
Ore 7.35 colazione: caffèbiscottiyogurtcereali.
Ore 7.45 saluti e baci alla famiglia.
Ore 8.00 – 16.30 ufficiopausapranzoufficio.
Ore 16.45 rientro a casa.
Ore 17 – 19 attività familiari, affetto, coccole, scrittura et altri cazzi.
Ore 19.30 se non sono stato così bravo da farlo prima si prepara la cena.
Ore 20.00 cena con insulti al telegiornale.
Ore 20.45 si sparecchia e si pulisce da bravi e diligenti individui quali siamo.
Ore 21.00 film dalla videoteca privata di casa nostra, la televisione pubblica e men che meno quella privata offrono un cazzo di niente.
Ore 23.30 a nanna.

Ma questo c’è chi lo sapeva già, vero? O vi mancano altri dati, altre informazioni? L’indirizzo, deduco, lo sappiate, suonate il campanello ore pasti. Grazie.

Thank you Mr. President, Thank you Mr. Obama. Yes, we…bcam!

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18/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Senza volto

Senza volto
Si dice che chi abbia coraggio ci metta la faccia. Gesto nobile, ne convengo. Noi tutti così lo consideriamo, da stupidi, quali siamo, poichè sappiamo alla perfezione che, dietro quelle facce, non c’è nulla. Dove risiede il coraggio, dunque, nel mettere una faccia vuota?

Riflettiamo insieme.

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15/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Umanità

Umanità
Alberto Moravia un giorno disse: “La storia dell’umanità non è che un lungo sbadiglio di noia.”.

Credo che il mondo stia dormendo, abbiamo sublimato gli sbadigli, abbiamo sublimato il sonno. 

L’umanità è l’inutile coma prima di liberare un letto nel reparto rianimazione.

Spero molti di voi credano, come me, nella reincarnazione. Better luck next time.

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14/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Autopsy 2.0

Autopsy 2.0
Sdraiata sul tavolo settorio troppo spesso è la persona, è la donna, l’uomo, il bambino, la bambina. Non l’anima, non il sentimento, l’intenzione.

Le intenzioni, sentenzierebbe l’insolente, non si processano. Chi ha parlato di processi? Ho parlato di autopsie.

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12/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Waitings

Waitings
Ci sono diverse forme di attesa, quella di cui si parla sempre è l’attesa in quanto tale. Che noia.

Nessuno parla dell’attesa di essere attesi. Vive la révolution!

L’attendere di essere attesi è un doppio tuffo al cuore, è salto nel buio con occhi bendati. Si nasce non sapendo dove si va e come si vivrà. 

Si nasce non sapendo, si vive non sapendo, si muore non sapendo. Sempre in attesa di qualcosa. 

Si ha paura di vedere cose che non si conoscono.

A te, che attendi di essere attesa, l’abbraccio di chi non sa più aspettare.


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09/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Macellai

Macellai
L’inganno, la beffa. 

Noi, figli, servili, di un mondo che non ricorda i nostri nomi. Fette di carne di seconda scelta nella macelleria sociale che ha aperto all’angolo della strada, proprio là, fra le Poste e la tabaccheria. 

Noi, senza la forza di farci conoscere, saremo solo numeri dentro le piazze, teste vuote su corpi pronti ad essere venduti.

Non so la vostra, ma la mia, di pelle, costa cara.

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05/06/13 L'ultima stazione del mio treno

Vite al cineforum

Vite al cineforum

Vedere i giorni che passano è come guardare un film, seduti sul divanetto del cinema, magari una sala proiezioni di provincia, non un multisala del cazzo. Coca cola calda stretta nella mano destra, pop corn che sanno di vecchio fra i denti.
Puoi essere un cinefilo incallito, ma certi film fanno davvero cagare. Ogni giorno della tua vita non deve essere bello per forza. Ci sono film di merda e capolavori, se fossero davvero film potremmo starcene a casa, è la nostra vita, faremo la fine di Fantozzi, costretto da Guido Maria Riccardelli a guardare la Corazzata Potemkin.
Al massimo diremo: “E’ una cagata pazzesca!”.

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22/05/13 L'ultima stazione del mio treno

Miser-abili

Miser-abili


Quel che resta di un uomo, o di una donna, ben s’intenda, lo si può trovare nelle mezze parole, nel pettegolezzo, in emozioni abortite, in pagine ingiallite di vecchi libri, nelle parole confuse di vecchi fogli usati come confidenti. Lo si trova in una sigaretta stretta fra i denti durante un sorriso forzato. Lo si trova, se la vita lo concede, in quell’ultimo scatto di reni verso un domani migliore. Se non ve ne dovesse essere la possibilità o se lo scatto di reni non lo si fa e basta, per mancanza di voglia. Si vivrebbe da miserabili. Beh, meglio la morte no? 
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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