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16/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Corse nel deserto

Corse nel deserto
Corri.

Più ne hai più darai.

Corri.

L’effetto velocità ti fa perdere di vista il paesaggio.

Corri, corri, corri.

Più corri meno raccogli.

Maratoneta nella desertificazione, sabbia fra le mani e fiato corto.

Nel deserto ci sono anche le oasi. A volte.

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12/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Centimetri rubati

Centimetri rubati

Se si arrendono quelli accanto a te hai più spazio per correre.

Se molli tu è finito il gioco.

Non lasciare un centimetro, il tuo mondo difendilo tutto o portatelo all’inferno.

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10/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Chi cerca trova

Chi cerca trova

Dove c’era nebbia oggi c’è il sole.

Dove c’era confusione c’è ordine.

Dove non c’ero io mi ci hai portato.

Chi cerca trova.

Se qualcuno prova a rovinare un tramonto, sbatti i pugni sul tavolo e mandalo a letto senza cena.

Come in quel famoso proverbio: “Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe.”.

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07/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Madri

Madri
La madre degli stronzi è sempre incinta.

La madre delle belle anime usa troppi preservativi.

La madre di chi è triste picchia i propri figli.

La madre di chi ha felice li ha cresciuti sorridendo.

La madre dell’intelligenza è in menopausa.

La madre del dolore ha sempre parti plurigemellari.

La madre dei miei figli non dovrà mai dimenticare di sorridere, almeno lei, io lo faccio troppo spesso. 

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04/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Sogni e caramelle

Sogni e caramelle
Ci sono regole da seguire per tutto.

Sono come cravatte troppo strette o jeans di una taglia in meno rispetto alla nostra.

Su un muro una volta ho visto una scritta: “Non accettare sogni dagli sconosciuti!”.

Per i sogni come per le caramelle ascolta la mamma: nulla dagli sconosciuti.

Mangia e sogna solo quello che conosci. O quello che non ti fa troppo schifo.
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01/06/12 L'ultima stazione del mio treno

Il nome dei ricordi

Il nome dei ricordi
Il sorriso di ogni giorno.

Lo sforzo che fai per essere felice.

Il nome di ricordi che non sapevi di avere e desideri che non credevi di poter esprimere.

La felicità porta il tuo nome, aiutala a nascere. E’ più facile che fare un figlio, non si deve essere per forza in due.
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30/05/12 L'ultima stazione del mio treno

Cena avvelenata

Cena avvelenata
Questa sera, in un anonimo Palazzo romano, disperati per cena.

Governo, nomenklatura, alti prelati e chi più ne ha più ne metta.

Disperati arrosto.

La gente soffre.

Loro mangiano.

Tu crepi.

Loro s’indignano se il popolo bue alza la voce.

Io scrivo e altri (meglio) e come me.

A cosa servirà?

Magari gli andrà di traverso la cena.
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28/05/12 L'ultima stazione del mio treno

Il confine dell’acqua

Il confine dell’acqua
Come lo struzzo con la testa sotto la sabbia.

Il mio viso scende scende e scende sotto il confine dell’acqua.

Una gara coi miei polmoni.

Quanta aria avete dentro?

Quanto resisto al confine dell’acqua?

Come si vive sott’acqua? Ovattati e riparati del rumore di fondo della vita.

Sopra il confine mi respiro e vi respiro.

Anche se puzziamo da fare schifo è meglio il tanfo che l’apnea.

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23/05/12 L'ultima stazione del mio treno

Promemoria

Promemoria
Quando la terra trema.

Quando tutto crolla.

Quando piove merda.

Ricorda di annaffiare il tuo fiore nel cemento.

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17/05/12 L'ultima stazione del mio treno

Wedding autopsy

Wedding autopsy
(Dialoghi da un matrimonio,per la serie la sera prima delle nozze, Tyler Durden incontra lo sposo radioso).
Un ragazzo è seduto al bancone di un bar del centro di una bella città, sono le tre di notte e il barman vorrebbe andare a letto, il ragazzo no. 
“Cosa ci fai in questo cesso di bar?”.
Tyler Durden non telefona, non avvisa: arriva e basta.
“Chi saresti scusa?”.
“In questo momento il tuo migliore amico, tuo padre, chi ti pare.”.
“Sei simpatico.”.
“Non credo tu sia nelle condizioni di cavillare. Cosa ci fai qua?”.
“Finisco il mio drink.”.
“Questo lo vedo, non sono cieco. Domani cosa fai?”.
“Ho un evento importante.”.
“Ah davvero? Cosa succede? Ti cambia per caso la vita?”.
“Sì!”.
“E sei felice?”.
“Non si vede?”.
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda! comunque dal sorriso ebete che hai stampato sulla faccia sì, sembri proprio felice. Come ti cambierà la vita domani?”.
“Mi sposo.”.
Tyler Durden fa schioccare le dita e invita il barman a portare da bere. Scotch doppio.
Lo vuota in un sorso.
“Cos’è non hai mai conosciuto qualcuno che si sposa?”.
“Ovvio. Solo che non concepisco il matrimonio. La fiera delle buone intenzioni.”.
“Anticonformista per forza, Tyler?”.
“No. Pensatore per forza.”.
“Non scadermi nella banalità. Non farmi la morale.”.
“Perchè sei felice, voglio solo sapere quello, se sarai convincente eviterò di farti la morale. Ci stai?”.
“Mi pare equo. Ci sto.”.
Brindisi.
“Sono felice perchè sono libero. Sono felice perchè è una cosa che sento naturale e soprattutto perchè sento che la vita mi sta insegnando qualcosa, mi sta raccontando che posso essere completo e domani mi indicherà come. Poi seguendo l’insegnamento di Molière, il quale dice che il matrimonio è una relazione nella quale un cuore non deve essere legato ad un altro cuore con una catena, ho capito che l’amore, quello vero, è l’unica vera fonte di libertà.”.
Tyler sorride. 
“Sei irrecuperabile, ma ne sei consapevole. Auguri.”.
Sorrisi.
“Domani lacerò un bouquet anche io, corri a prenderlo, ti farebbe bene.”.
Brindisi. Pacche sulle spalle. Sorrisi.
(Per la serie spiegare la felicità ad un idiota fra un drink e l’altro. Missioni possibili.).
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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